Nel nostro sistema giuridico vige il principio per il quale ciascuno deve comportarsi in modo tale da non ledere la posizione altrui.
Si definisce, infatti, danno quel pregiudizio che deriva da un comportamento colposo (ossia causato da negligenza, imperizia o imprudenza) o volontario di un altro soggetto. Se questo danno è ingiusto, cioè non c'è una norma che autorizza o impone quel determinato comportamento, allora la legge impone che l'autore del comportamento sia obbligato al risarcimento danni dello stesso.
L'avv. Castagna, avvocato risarcimento danni, si occupa di responsabilità civile ed ha maturato una pluriennale esperienza nella gestione del risarcimento danni in ogni sua forma: incidenti stradali, risarcimento danni da struttura sanitaria, risarcimento danni da colpa medica.
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La legge prevede che chiunque causa ad altri un danno ingiusto è tenuto a risarcirlo ma il risarcimento danni si distingue dall'indennizzo che viene versato nei casi previsti dalla legge quando un comportamento autorizzato dall'ordinamento comporta dei danni per i terzi.
Il danno risarcibile si distingue in danno partimoniale e non patrimoniale; nella categoria del danno non patrimoniale si colloca il danno alla salute o danno biologico.
CONDIZIONI PER IL RISARCIMENTO
Come abbiamo visto il danno può essere risarcito soltanto se è considerato 'ingiusto' cioè se il pregiudizio alla posizione altrui non è giustificato da una norma che impone o consente un determinato comportamento, come accade appunto in caso di legittima difesa.
Il danno può poi derivare da un comportamento materiale tra due soggetti che non sono legati da alcun rapporto precedente, come accade nel caso di risarcimento danni per incidente stradale.
In questi casi il danneggiato, per ottenere il risarcimento incidente stradale, oltre a provare l'esistenza di un danno e il fatto che questo deriva dal comportamento di un teroz, dovrà dimostrare anche che questo comportamento è stato negligente; tecnicamente si dice che il danneggiato deve provare la colpa dell'agente.
Tuttavia il danno può essere anche la conseguenza dell'inadempimento di un contratto: si pensi al caso dell'intermediario finanziario che non dando esecuzione ai suoi obblighi di informazione nei confronti del cliente lo induca ad effettuare un'operazione di borsa che si riveli poi fallimentare.
In questi casi il danneggiato potrò limitarsi a contestare alla sua controparte una condotta negligente provando anche che da questo comportamento è derivato un danno.
Sarà poi compito dell'altra parte provare di aver eseguito correttamente gli obblighi che derivavano dal contratto.
Infine, vi sono delle situazioninelle quali anche se le parti non sono legate da alcun contratto si ritiene che, per effetto del particolare rapporto che viene ad instaurarsi tra di loro e del contesto in cui ciò matura, i loro obblighi siano regolati come se esse avessero stipulato un contratto.
In caso di violazione di questi obblighi si parla quindi di responsabilità da 'contratto sociale'; è il caso, ad esempio, del rapporto che lega il medico e la casa di cura al paziente dove pertanto si tratterà di risarcimento danni da colpa medica o risarcimento danni da struttura sanitaria
Va comunque sempre tenuto presente che il danno può essere risarcito solo se è conseguenza immediata o diretta del comportamento del danneggiante.
Per questo motivo chi intende avvalersi dell'opera di un avvocato risarcimento danni deve comunque sempre dimostrare che il pregiudizio si trova in rapporto di causa-effetto rispetto alla condotta del danneggiante; si parla in questi casi di prova del nesso causale.
Il danno va in ogni caso dimostrato sia sotto il profilo della sua sussistenza sia sotto il profilo della quantificazione del danno
Può accadere tuttavia che a fronte della prova certa di un danno non sia possibile quantificarlo. In questi casi il Giudice può procedere ad una quantificazione secondo i principi di equità, chiamata valutazione equitativa del danno.
Va però precisato che questa regola presuppone sempre che sia dimostrata l'esistenza di un danno, non potendo il Giudice utilizzare i suoi poteri equitativi per accertare la sussistenza del pregiudizio la cui prova sarà sempre onere del danneggiato
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