Oggi l'acqua vale quanto l'oro. Lo sanno bene gli agricoltori e gli allevatori, così come amministratori e cittadini di tutti quei Comuni che hanno dovuto introdurre ordinanze sull'utilizzo dell'acqua al fine di limitarne l'uso e ridurre gli sprechi, cercando così di far fronte all'emergenza idrica.
In questo contesto si inseriscono i controlli che sono scattati negli ultimi giorni in tutta Italia che hanno portato ad accertare violazioni, in alcuni casi anche molto gravi, verso cittadini a volte addirittura ignari di commettere un illecito, a seguito spesso di pratiche che si tramandano da generazioni come quelle di utilizzare le acque di fiumi e torrenti per usi personali o professionali tramite deviazioni, allacciamenti o prelievi abusivi.
Andando con ordine per quanto riguarda la tutela dell'acqua, innanzitutto è necessario distinguere:
Allacciamenti abusivi alla rete idrica
♦ casi in cui la deviazione dell'acqua avviene attraverso un allacciamento abusivo;
è il caso dell'acqua prelevata dall'ambiente naturale e utilizzata da enti pubblici autorizzati per soddisfare esigenze specifiche.
Questa caratteristica dell'acqua che entra nelle nostre case tramite le tubature è stata acquisita dopo una complessa procedura di stabilizzazione che ha richiesto un costante controllo di qualità per renderla potabile.
In questo caso, come per tutti gli altri allacciamenti abusivi che possono interessare altre utenze come gas ed energia elettrica, le superfici idriche pubbliche hanno un valore economico che può essere riferito a un'entità specifica in termini di diritti di proprietà, pertanto può rientrare nella fattispecie del furto aggravato.
Prelievi abusivi di acque pubbliche tramite attingimento o derivazione
♦ casi in cui il bene sia già destinato alla pubblica fruizione, ma il privato cittadino ne usufruisce in violazione delle modalità stabilite.
in questo caso si tratta di una regolamentazione pianificata e controllata dell'uso dell'acqua, che costituisce una proprietà di tutti e deve quindi essere distribuita secondo i criteri ragionevoli ed equi stabilite da apposite norme amministrative.
Pertanto, se il fatto dell'agente si concretizza in un'eccessiva deviazione dell'acqua destinata all'uso pubblico in modo diverso da quello prescritto dall'organo di Governo, il suddetto principio diventa un elemento dell'illecito amministrativo.
Oltre agli illeciti sopra descritti i prelievi incontrollati potrebbero incidere in maniera significativa, specie in momenti di scarsità idrica come quella attuale, sui deflussi minimi vitali dei corsi d'acqua, rischiando di compromettere significativamente la sopravvivenza di specie ittiche e di tutte le specie presenti nell'ecosistema.
In sintesi è vietato a chiunque derivare e utilizzare a qualsiasi uso le acque pubbliche (sotterranee da pozzo, da sorgente o con derivazione da corso d'acqua superficiale) in assenza della necessaria concessione amministrativa e dietro pagamento annuale del canone demaniale corrispondente all’utilizzo concesso e in base alle quantità prelevate.
Sanzioni da 3.000 a 30.000€
Proprio per questi motivi le autorità di Polizia Locale (principalmente con la collaborazione dei Carabinieri Forestali) stanno effettuando controlli capillari per evitare abusi di questo genere; sono cronaca solo degli ultimi giorni le sanzioni a un privato di Novara che aveva utilizzato l'acqua di un torrente che scorreva vicino a casa per riempirsi la piscina in giardino e quelle a una azienda agricola che prelevava acqua dal Po senza autorizzazione tramite autopompe per irrigare le proprie colture.
In entrambi i casi ai responsabili sono state elevate contravvenzioni per prelievo abusivo di acque pubbliche per un importo che può arrivare fino a 30.000€.
Sono vietate pertanto qualsiasi tipo di deviazione dei corsi d'acqua, tubazioni improvvisate, motopompe, pozzi o vasche riempite con acqua di derivazione pubblica.
Risultano invece liberi da qualsiasi tipo di autorizzazione:
- l'utilizzo e la raccolta delle acque piovane
- i prelievi da parte delle autorità di conservazione del patrimonio forestale per scopi di prevenzione e contrasto agli incendi boschivi
- l'utilizzo e l'attingimento delle acque delle pubbliche fontane e lavatoi
Essendo materia a competenza regionale e provinciale per gli approfondimenti sul tema si rinvia ai rispettivi siti istituzionali (a titolo meramente esemplificativo si allega il link di Regione Lombardia):
https://www.regione.lombardia.it/wps/portal/istituzionale/HP/DettaglioServizio/servizi-e-informazioni/Cittadini/Tutela-ambientale/Acqua/derivazioni-di-acqua/derivazioni-di-acqua