La Corte di Cassazione con ordinanza del 23 aprile 2019 ha confermato la decisione di sospendere le visite tra il padre e figlia minore.
Il padre, dopo aver proposto istanza al Tribunale per richiedere l’affidamento congiunto della figlia minore ad entrambi i genitori, decide di ricorrere in Cassazione sostenendo che il giudice territoriale ha annullato ogni rapporto tra la minore e il padre basandosi semplicemente sul rifiuto della figlia, che subisce l’influenza della madre, di vedere il padre.
La Corte di Cassazione nel rigettare il ricorso osserva che la minore ormai sedicenne, durante la consulenza tecnica, ha espresso più volte di non voler intrattenere nessun tipo di rapporto con il padre; è proprio per tale motivo che la Suprema Corte ha confermato la decisione, presa anche dal Tribunale e dalla Corte di Appello, di sospendere le visite tra padre e figlia, rinviando ai servizi sociali il compito di favorire la ripresa dei rapporti.
L’orientamento seguito si fonda sul non imporre rapporti affettivi che per loro natura non possono essere né repressi né soffocati, ma di favorirne la regolarizzazione tramite l’intervento dei servizi sociali al fine di monitorare la situazione.
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