La situazione di allarmismo e di paura che stiamo vivendo in questo momento a causa del Coronavirus, porta numerosi soggetti a generare ulteriore timore attraverso la diffusione di notizie false, non verificate, che possono integrare il reato di procurato allarme.
È quanto successo, ad esempio, anche nella Stazione di Serino, dove i Carabinieri hanno denunciato due uomini ritenuti responsabili del reato di procurato allarme.
I due sarebbero responsabili della diffusione di notizie false su un “gruppo facebook” seguito da migliaia di persone, circa la presenza nel serinese di un cittadino affetto da “Coronavirus” .
La tempestività delle indagini svolte dai carabinieri ha permesso di mettere il punto, in tempi brevissimi, ad una delicata situazione di ordine e sicurezza pubblica che stava destando grande preoccupazione ai cittadini dell'intera area, oltre a mobilitare inutilmente forze dell'ordine e mezzi di soccorso.
La stessa situazione si sta verificando anche in molti altri ambiti, prova ne sia che anche le Asl, attraverso un comunicato, si sono dichiarate pronte a denunciare quanti dovessero generare allarme attraverso la diffusione di notizie false.
La fattispecie del “reato di procurato allarme” è prevista e punita dall’art. 658 del Codice Penale ed è configurata come una contravvenzione: “Chiunque, annunziando disastri, infortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso l’Autorità, o presso enti e persone che esercitano un pubblico servizio, è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da 10 euro a cinquecentosedici euro”. Significa che nel momento in cui si diffonde una falsa notizia oppure un falso allarme che facciano scattare le procedure delle autorità per un pericolo, in realtà, inesistente, si incorre nel reato di procurato allarme.
Il bene giuridico tutelato è il corretto funzionamento e il corretto uso della forza pubblica da parte dell’Autorità, potenzialmente sviata da falsi annunci di disastro.
«Ci vuole massima responsabilità in queste ore e una scrupolosa attenzione nella pubblicazione delle notizie per evitare la diffusione di allarmi e psicosi ingiustificate. Mai come in queste ore è necessario evitare la ricerca di facili sensazionalismi che, oltre a comportare la violazione delle norme deontologiche, può configurarsi come ipotesi di reato. Casi eventuali di diffusione di notizie non corrispondenti a verità, anche via social, saranno segnalati al Consiglio di disciplina», così dichiarato anche dal Presidente dell’Ordine dei Giornalisti.
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