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Nata negli Stati Uniti d’America, dove il modello di coordinamento genitoriale è adottato da oltre vent’anni, la figura del coordinatore genitoriale si sta diffondendo anche nei tribunali italiani, ove la magistratura sembra guardare con favore a tale professionista come strumento alternativo di risoluzione delle controversie giudiziali delle coppie genitoriali caratterizzate da un elevato livello di conflittualità, vero e proprio ostacolo all'esercizio della bigenitorialità.
La Corte di Cassazione, nel definire il principio di bigenitorialità, ha sottolineato che esso deve intendersi quale "presenza comune dei genitori nella vita del figlio, idonea a garantirgli una stabile consuetudine di vita e salde relazioni affettive con entrambi, i quali hanno il dovere di cooperare nella sua assistenza, educazione ed istruzione".
Il coordinatore genitoriale, dunque, ha la funzione principale di implementare la bigenitorialità superando i conflitti familiari caratterizzati da alta conflittualità, che fanno perdere di vista i bisogni evolutivi dei figli.
Il suo primario e superiore interesse, dunque, è il benessere dei minori.
Chi è il coordinatore genitoriale?
Il Coordinatore Genitoriale deve essere un professionista accreditato in materia di salute mentale e/o diritto di famiglia, oppure un mediatore familiare certificato, qualificato e accreditato, secondo le norme e le leggi della propria giurisdizione.
Il Coordinatore Genitoriale dovrebbe anche avere una vasta esperienza pratica professionale in casi familiari ad alta conflittualità tra cogenitori.
Ha dei specifici doveri: deve mantenere l'imparzialità nel processo di coordinazione genitoriale, intendendosi per imparzialità come assenza di favoritismo o preconcetti sia nelle parole che nei fatti.
Altresì, il Coordinatore Genitoriale non deve accettare incarichi che creerebbero un conflitto di interessi. Un conflitto di interessi è una situazione in cui un soggetto si trova ad agire tra due interessi o lealtà. Lavorare per l’interesse di una delle due parti, ad esempio, potrebbe comportare lavorare contro l’interesse dell’altra parte.
Quando può essere nominato il coordinatore genitoriale?
Il coordinatore genitoriale diviene fondamentale ed indispensabile allorquando il conflitto tra i genitori risulti avere queste caratteristiche:
- persistente, cioè si prolunga nel tempo determinando una stasi nell’evoluzione del nucleo familiare;
- diffuso, quando la conflittualità riguarda ogni decisione d'interesse per i minori;
- intenso, cioè caratterizzato da aggressività e violenza o da sentimenti di odio e di ostilità.
Chi nomina il coordinatore genitoriale?
In Italia mancano ancora disposizioni di legge specifiche sul coordinamento genitoriale; pertanto, le modalità di designazione del coordinatore genitoriale possono avvenire o tramite un provvedimento del Tribunale oppure mediante un accordo di incarico sottoscritto da entrambi i genitori con la finalità propria di essere coadiuvati nell’attuazione di un programma di genitorialità condivisa.
Quali sono i compiti del coordinatore genitoriale?
Innanzitutto, il coordinatore genitoriale ha il compito di valutare il conflitto esistente, raccogliendo ed esaminando tutte le informazioni sulla situazione familiare.
Dopo aver individuato le problematiche che danno origine alla conflittualità tra i genitori, svolge una funzione di educazione dei genitori sullo sviluppo del bambino e sull’impatto dei loro conflitti sui figli.
Inoltre, ha funzioni di gestione del conflitto e coordinazione degli interventi, lavorando con gli altri professionisti e le istituzioni a servizio della famiglia.
In particolare, il coordinatore genitoriale assume una vera e propria funzione di contenimento dei conflitti familiari e per questo, gli viene attribuita anche una funzione decisionale: se i genitori non riescono a decidere o non ne sono in grado, il coordinatore potrà prendere egli stesso le decisioni necessarie, nell’ambito stabilito dal giudice o dal contratto, e potrà sempre formulare raccomandazioni.
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