Ascolta "La carriera alias nelle scuole" su Spreaker.

Quando si parla di identità di genere si intende la percezione che una persona ha di sé, cioè l’identificarsi in quanto appartenenti ad uno dei due generi, uomo o donna.
Vi sono dei casi in cui l’identità di genere non coincide con il sesso biologico; in questi casi si può parlare di disforia di genere e può capitare che la persona decida di adeguare il proprio corpo al genere al quale sente maggiormente di appartenere, non necessariamente con interventi chirurgici e terapia ormonale (soggetti transessuali), bensì anche attraverso l’abbigliamento o l’acconciatura (soggetti transgender).

A tale argomento si collega la necessità di evitare, all'interno della società, le discriminazioni legate a questi percorsi e proprio per questa ragione, uno degli ambienti che si è adeguato a tali esigenze è quello scolastico.

Infatti da alcuni anni è stato istituito in alcuni plessi italiani, al momento sono circa 200, quello che viene chiamato percorso o carriera Alias.

Nello specifico si tratta di un protocollo che prevede la possibilità di registrarsi in un ente, un’azienda o una scuola con il nome che corrisponde alla propria identità di genere, anche se questo è diverso da quello anagrafico.

La modifica viene inserita in tutti i documenti interni dell'ente di riferimento e quindi, all'interno delle scuole, quel nome verrà utilizzato nel registro elettronico e negli elenchi degli alunni.
Ovviamente ciò comporta un concorrente impegno da parte di tutto l'ente al rispetto di tale scelta, con conseguente utilizzo del nominativo scelto dall'alunno.

Attualmente il Ministero dell'Istruzione non ha ancora provveduto a emanare linee guida specifiche per l'attivazione della carriera alias, di conseguenza le scuole non hanno ancora un riferimento per redigere i propri protocolli, ma ogni istituto può decidere come attuare il percorso Alias e inoltre non vi è alcun obbligo di istituirlo nel proprio regolamento.

Chi può richiedere la carriera alias

La procedura di iscrizione può esser richiesta sia dalla famiglia, nel caso in cui si tratti di un alunno minorenne, sia dallo stesso alunno, ove maggiorenne.

Nel modulo, chiaramente, deve essere indicato che il soggetto ha un'identità di genere diversa da quella collegabile al genere biologico e, in alcune scuole, viene richiesto che lo studente dimostri di aver intrapreso un percorso psicologico e/o medico riguardante la rettifica dei propri caratteri sessuali secondari e desideri utilizzare un nome diverso da quello inserito nell'anagrafe statale.

Tuttavia questa forma di carriera è stata richiesta anche dagli stessi studenti a tutela del proprio diritto allo studio, ma soprattutto per il proprio benessere psicologico, cercando anche di ottenere una riduzione delle discriminazioni e dell'emarginazione dei soggetti che stanno attraversando la transizione.

Questo percorso è attivo non solo presso gli istituti superiori, bensì anche presso le università milanesi della Statale e della Bicocca, il Politecnico, nonché l’Università dell’Insubria a Bergamo, Brescia e Pavia.
Da ultimo si segnala che, sin dal 2022, il comune di Milano ha approvato una mozione per istituire un registro dedicato alle persone trans che dovrebbe permettere loro di indicare sui propri documenti il nome che hanno scelto.

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