È la Corte di Cassazione con ordinanza n. 3028/2020 ad affidare al padre la figlia manipolata dalla madre che la induce a mentire al giudice, modificando così il regime da affidamento condiviso a esclusivo.
Il caso.
Una madre fa ricorso in Cassazione contro la sentenza della Corte d’Appello di Bologna, la quale conferma il provvedimento del Tribunale che ha disposto l’affido esclusivo della figlia al padre, con collocazione presso lo stesso e regolamentazione del regime di visita della madre in modifica del regime precedente che prevedeva l'affidamento condiviso tra i coniugi.
Ciò che contesta la madre è l’omissione da parte della Corte d’Appello della motivazione del rigetto delle censure mosse alle contraddizioni presenti nella consulenza tecnica d’ufficio e il fatto che l’organo giudicante avrebbe dovuto prendere in considerazione i segnali di inattendibilità della minore, relativi alla preferenza del trasferimento presso il padre e al giudizio negativo a carico della madre.
La Corte di Cassazione rigetta il ricorso sulla base di approfonditi esami delle dinamiche familiari, di consulenze tecniche, ascolti, esami di registrazioni audio e trascrizione di messaggi che coinvolgono la minore; attraverso questi strumenti si evince il piano messo in atto dalla madre per farla mentire.
Quest’ultima manipolando la figlia, l’ha indotta ad affermare di non voler andare a vivere con il padre.
La scelta decisiva, oltre a prendere in considerazione le preferenze espresse dalla minore, tiene conto del positivo inserimento familiare e relazionale presso il padre e dell’inadeguatezza del contesto familiare materno, motivazioni che giustificano l'affidamento esclusivo.
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