Secondo la Cassazione le linee guida sono fondamentali nel determinare il livello della responsabilità medica
La Cassazione infatti ha annullato le condanne inflitte a tre medici accusati di omicidio colposo per il decesso di un paziente sottolineando che è ancora attuale e valida la distinzione tra colpa lieve e colpa grave per imperizia nella fase esecutiva delle raccomandazioni contenute nelle linee guida del Ministero adeguate al caso e che questo può delimitare l'area di irresponsabilità del professionista sanitario.
Le linee guida quindi costituiscono un sapere scientifico e tecnologico codificato e rappresentano un utile parametro per orientare le decisioni terapeutiche e al contempo fornisce anche al medico "la legittima, coerente pretesa a vedere giudicato il proprio comportamento alla stregua delle medesime direttive impostegli"
Per definire pertanto il grado di colpa bisogna tener conto, tra le altre cose, di elementi quali:
- l'imprudenza (azione avventata con esposizione, per sé e per altri, a pericoli),
- la negligenza (omissione di azioni specifiche o senza la necessaria cura o impegno)
- l'imperizia (come nel caso in oggetto: mancanza di abilità e della necessaria esperienza, soprattutto nell’esercizio di una professione)
Se nei casi di imprudenza e negligenza si configura spesso la colpa grave, nei casi di imperizia la valutazione non è sempre oggettiva e deve fare riferimento alle regole codificate nelle linee guida del Ministero
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